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Le donne sono presenti nel campo dell’informatica fin dalle sue origini

Donne, troppo spesso sconosciute al grande pubblico, il cui contributo è stato fondamentale per l’evoluzione del pensiero umano.

Oggi ne presentiamo alcune.

Francis Elizabeth Allen

Nel 2006 è la prima donna della storia a vincere il Turing Award. I suoi studi riguardanti la programmazione parallela e l’ottimizzazione della programmazione furono premiati con l’onoreficenza massima per un informatico.

Nel 1957 diventò sviluppatrice presso il centro di sviluppo e ricerca di IBM a New York, e lì insegnò ai nuovi assunti le basi del Fortran. Lavorò con l’NSA nel progetto “Harvest”, un computer utilizzato per effettuare criptoanalisi.

Come recita la citazione del suo premio, la Allen introdusse astrazioni, algoritmi e implementazioni che furono alla base di tecnologie per l’ottimizzazione automatica di programmi. Ha due lauree honoris causa e ha ricevuto il premio “Augusta Ada Lovelace”.

Barbara Liskov

Vince nl 2008 il Turing Award. Tra i suoi progetti più importanti troviamo lo sviluppo del linguaggo di programmazione CLU. Esso ha introdotto alcune delle feature più utilizzate ai giorni nostri, in particolare per il linguaggi object-oriented. Tra queste ci sono i tipi di dato astratti, le strategie call-by-sharing, gli iteratori, i return value multipli, i tipi di dato parametrizzati, l’utilizzo di classi con costruttori e metodi.

Un altro linguaggio sviluppato è Argus, il primo a supportare l’implementazione di programmi distribuiti e a utilizzare le promise, utili per sincronizzare l’esecuzione in parti di programma che utilizzano linguaggi concorrenti. Ultimo, ma non per importanza, definì un particolare tipo di subtyping conosciuto come il principio di sostituzione Liskov.

Shafi Goldwasser

Vince il Turing Award nel 2012 assieme all’Italiano Silvio Micali per il loro lavoro riguardo gli studi sulla complessità computazionale (legata alla crittografia) e i metodi per la verifica di dimostrazioni matematiche nel campo della teoria della complessità.

La Goldwasser è la co-inventrice della crittazione probabilistica, che è il punto di riferimento per la sicurezza dei dati crittati. Sempre legato alla crittografia, è suo il metodo “zero-knowledge proof (ZKP)”, che dimostra probabilisticamente e interattivamente che un’asserzione è valida, senza trasmettere ulteriore informazione. Ciò è fondamentale per quanto riguarda il design di protocolli di crittografia.

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