La storia del computer ha inizio con l’introduzione e l’utilizzo dei numeri: il computer può essere visto come un’evoluzione della calcolatrice, per questo è spesso chiamato calcolatore, ovverro macchina che opera sui numeri.
Il nome calcolatore viene utilizzato ancora oggi per indicare sistemi di elaborazione, anche perchè le prime applicazioni gestite dai primi computer moderni erano relativi a problemi scientifici, negli ambienti di ricerca, o problemi in ambito contabile e amministrativo nelle gestioni aziendali.
Nel periodo storico compreso tra il 300-200 a.C. e l’800 d.C. gli uomini antichi si servivano dell’abaco per effettuare i calcoli: si trattava di una tavoletta suddivisa in colonne su cui si spalmavano sostanze quali cera e sabbia e si incidevano con uno stilo i numeri, sistema dei mercanti greci, oppure utilizzavano dei sassolini, calculi da cui deriva il termine calcolo, come facevano i romani. A volte gli abachi erano ricavati dalla pavimentazione e ne sono stati rinvenuti molti durante scavi archeologici. Il termine abacus deriva dal greco e originariamente dall’ebraico abaq, polvere, in rifemento agli abachi che la utilizzavano.
L’abaco è uno strumento di calcolo che funziona come il pallottoliere. L’abaco a petruzze è costituito da più comparti ordinati da destra a sinistra: il primo a destra serve per segnare le unità, il secondo le decine e così via.
Nel Medioevo si continuò ad usare l’abaco per eseguire i calcoli, ma si fece un notevole passo avanti coniando dei gesttoni con sopra incisi dei simboli, ciascuno dei quali rappresentava un numero; questi numeri d’abaco sono originari dell’India. Ci sono notizie dell’uso di gettoni d’abaco già nell’ottavo secolo: si narra che Gerberto D’Aurillac, che divenne poi papa Silvestro II nel 1002, facesse coniare dei gettoni sui quali erano incisi i segni delle cifre allora in uso. Quando si doveva aggiungere un numero bastava mettere sull’abaco il gettone su cui era inciso il simbolo che rappresentava il numero desiderato. La differenza fra la numerazione di Gerberto e la nostra consta nel fatto che noi utilizziamo la cifra zero che all’epoca non era ancora stata introdotta.
Lo zero venne utilizzato per la prima volta intorno all’anno 820. In quel periodo fu l’algebrista arabo Al-Khuwarizmi, da cui deriva il termine algoritmo, ad introdurre al posto del vuoto delle cifre decimali il cerchietto che costituì il capostipite del moderno zero.
Nepero, il matematico inglese John Napier, pubblicò poco prima di morire un libro in cui espose un metodo per eseguire la moltiplicazione e la divisione con alcune asticciole, i bastoncini di Nepero: un metodo veloce per fare le operazioni con l’uso di lamelle o piastre disposte in una cassetta ed illustrò l’utilizzo di asticciole per facilitare l’estrazione di radici quadrate e cubiche.
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